La Fioregnameria
Porte aperte alla casa dell’immaginazione

QUANDO
sabato 16 settembre
dalle 16.00 alle 19.00
domenica 17 settembre
dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00

DOVE
via Vittorio Emanuele – vedi su Google Maps

INFORMAZIONI
Diego Rosa – telefono: 3331512117

La Fioregnameria è un “ambiente con vetrina che dà sulla strada”. Anzi è una casa a tre piani, alta e stretta nella via più importante di Gualtieri, quella che passa sotto la torre civica e unisce la piazza rinascimentale dei Bentivoglio con la piazza popolare, detta “piazza nuova”, di forma ellittica, con case alte e strette a delinearla e delimitarla. Nella via sono scomparsi i negozi e sono aumentate le case sfitte La vetrina della Fioregnameria era la vetrina di un negozio di frutta e verdura. Ora questa casa è un luogo di incontri indiscriminati che dialoga col territorio e con nomadi e viandanti moderni che vogliono passare e farne anche uso. La Fioregnameria non è un negozio, né uno spazio espositivo, non è una sede politica, né culturale. E’ una casa semplice e aperta dove ci si incontra e dove la “tavola”, come accoglienza, assume una certa importanza. Difficile è stato far capire che non ci sono fini di lucro.

La vecchia bottega è stata trasformata in un luogo che introduce alla casa. E’ il posto dove Marco e Diego tengono le loro cose, i loro lavori, gli scarabocchi e tanti oggetti d’affezione. Si vede subito l’impronta dell’ambiente che segue. Nell’ambiente successivo c’è il cuore della casa con sua maestà “la tavola” dove ci si siede per officiare in allegria i riti dello stare insieme. A seguire cucina e cortiletto interno. Il tempo ha poi permesso di definire e nominare altri luoghi. Al primo piano c’è la camera dello scambio, del baratto (non necessariamente di merce), poi la camera dei travestimenti. Più su c’è una camera da letto e la stanza delle scoperte. Al terzo piano altre due camere aspettano di essere nominate per ciò che diverranno. Non si sono scelti i luoghi a tavolino, ma a seconda delle spinte esterne, spesso casuali, Per esempio la stanza dei travestimenti è nata perché siamo venuti in possesso di vestiti, parrucche, scarpe, occhiali….. che una compagnia teatrale stava gettando. Ora è il luogo del divertimento assicurata che permette di appagare le voglie più strane. Naturalmente c’è stato chi travestito se n’è andato in giro per il paese. Un altro luogo particolare è il cinema per otto spettatori, otto perché sono otto i gradini della scala che sta di fronte a una parete ricoperta di video cassette e con tanto di apparecchi per vedere il film scelto.

Quando abbiamo avuto questo spazio a disposizione è stato normale chiedersi “e adesso cosa facciamo?” Si poteva tenere lo spazio per cazzeggiare, studiare, cucinare… Invece si è deciso di farlo diventare CASA DELLO SCARABOCCHIO (ora è la “casa dell’immaginazione”) dopo aver letto di “Fashion Moda”, luogo sgangherato in Mercer Street a New York nel Bronx che nel 1979 possedeva una raccolta di scarabocchi (ma questa di Stefan Eins, Joe Lewis e William Scott è un’altra storia da raccontare…). Lo scarabocchio è l’anti-accademismo per eccellenza ed è stato il nostro grimaldello per coinvolgere la gente in un rapporto semplice e paritario. Cosa non facile perché oggi è inconcepibile pensare a qualcosa che non sia produttivo. Però dalla nostra parte c’era la consapevolezza che lo scarabocchio avrebbe sollevato la gente dal giudizio, lasciando un grande senso di libertà e appagamento. Proprio il non giudizio ha fatto sì che tanti si avventurassero nel disegno. Siamo riusciti a tenere la gente fuori dalla trappola dell’arte, a usare l’immaginazione. Chi scarabocchia non si sentirà mai un artista incompreso, ma sempre una persona viva e appagata. Sono le persone vive che possono cambiare il mondo, ecco il perché dello SCARABOCCHIO PIU’ LUNGO DEL MONDO: portare gioia, veder la via rinascere e la gente incontrarsi felice per l’avvenimento. Uno scarabocchio lungo 256 metri.

“Ma siete sicuri che sia un record?”. “Certo, in fondo nessuno ha mai pensato di farlo, siamo i primi ed il record è nostro, anzi è di tutti voi che avete partecipato:”

ps C’è sempre un santo protettore. Anche la Fioregnameria ha il suo. E’ Antonin Artaud che verso la fine della sua vita vive intensamente il suo “teatro-vita” fatto di percussioni col martello e di segni col coltello su un tronco e di glossolalie, balbettii infantili, a raccontare storie di vita vera.
(da “Il manifesto dello scarabocchio”, ed.FUOCOfuochino, Novembre 2021)

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